Fonte dell’articolo silvestrini.org
La sapienza è riconosciuta giusta per le sue opere.
Gesù si è presentato agli uomini del suo tempo con un messaggio nuovo, che usciva dagli schemi abituali. I semplici, i disponibili, gli amanti della verità hanno aderito a lui, hanno riconosciuto in lui il punto di arrivo di tutta la legge antica. Gli altri, e soprattutto i capi del popolo, si sono messi contro di lui. Erano gente non disponibile, avevano qualcosa da difendere, qualche privilegio da conservare; e non potendo intaccare la sua dottrina, cercavano di distruggere la sua persona. Gesù è ancora segno di contraddizione. Dove c’è ingiustizia e disordine un cristiano è in contrasto con l’ambiente. Nella prima lettura vediamo che gli uomini cadono in naufragi quando vogliono da soli costruire le basi delle più profonde aspirazioni del cuore umano. Dio e il popolo: sono i due poli complementari e opposti della storia umana. Al piano di Dio si contrappone il comportamento dell’uomo che sembra far di tutto per impedirne la riuscita. Il capitolo 48 di Isaia affronta questa tragedia, da cui appare la colpevolezza del popolo accentuata dal continuo raffronto con i benefici di Dio. Molti parlano di pace e preparano la guerra; firmano trattati e già pensano a ingannarsi; sprecano paroloni in favore degli affamati e bruciano incenso al consumismo; prédicano l’amore e non sanno pronunciare una parola di perdono. Quanto sono vere e attuali queste parole anche oggi… Il salmo 1 presenta il tema della felicità. Dov’è la felicità? La risposta divina è limpida e categorica: beato è l’uomo che fa il bene e il bene va fatto bene. Infatti, non di rado siamo tentati di utilizzare opere oggettivamente buone per il nostro tornaconto personalistico. Stiamo concludendo la prima parte del tempo di Avvento. Possiamo tentare un primo bilancio della nostra metanoia?