Fonte dell’articolo silvestrini.org
E il Verbo si è fatto carne…
Iniziamo oggi nella liturgia, dopo l’aspetto escatologico, la seconda parte del tempo di Avvento, quella che ci prepara alla sua nascita nel Santo Natale. L’aspetto che collega la prima lettura al brano del vangelo di oggi è il cenno comune a Giuda come importante anello della catena che culmina in Gesù. Intatti tutto il primo Testamento vibra e freme nell’attesa di un redentore perfetto e definitivo. Lo scettro è segno della sua potenza ma soprattutto del suo amore, perché il regnare di Dio è servirci. E nel vangelo di oggi di fronte a questi nomi della genealogia, Matteo intende affermare che Gesù è il perfetto discendete dalla stirpe di Abramo e di Davide. Quindi non viene dal nulla ma si inserisce in una famiglia ben individuata e radicata nella storia del suo popolo. Dio si è fatto uomo in Gesù ed è entrato nella storia dell’umanità con le sue vicissitudini e gioie. E per questo Lui stesso si definisce l’Emmanuele, il Dio con noi. Da Abramo fino a Giuseppe. La storia che celebriamo nel Natale, non è una fiaba, né un racconto edificante. Essa invece è la storia drammatica degli uomini, degli uomini concreti, con volti concreti. Non dovremmo mai rubare l’umanità a Gesù. Non dobbiamo avere fretta di ricacciarlo nei cieli, o di mettergli solo le aureole sulla sua testa. La prima vera grande cosa che il Natale ci insegna è che dobbiamo imparare a considerare Gesù nella sua concreta umanità. “Così, da Abramo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni”. Però diceva il nostro professore che: “in ciascuna di esse non troviamo solo storie luminose, ma molto spesso storie storte, difficili, complicate, come se a Dio piacesse particolarmente entrare nelle vicende complicate di famiglie e di persone. Ma in fondo ciascuna delle nostre vite, vista da vicino, è una vita complicata, incidentata, non sempre luminosa, molto spesso storta”. Ecco perché il lieto annuncio della pericope di oggi è sapere che anche le storie più faticose hanno come via d’uscita, Gesù, un Liberatore, un Messia, un Senso. Vieni Signore Gesù non tardare! Amen