Fonte dell’articolo silvestrini.org
Quando la fede non chiede privilegi!
Nel nostro paese di Bassano Romano (VT) si festeggia oggi il santo Patrono, un giovane martire del terzo secolo, San Gratiliano, di cui il commento qui sotto e note sul nostro sito. Uno splendido esempio della santità giovanile portata fino al martirio. Per noi la liturgia prescrive le letture proprie del santo. Qui invece vi proponiamo le letture del giorno, come dal calendario liturgico generale. La prima parte del vangelo la si comprende bene, è il secondo dei tre annunzi della passione, e sappiamo la profondità teologica che questi hanno nei sinottici. Ma la seconda parte, quella del tributo e della moneta nella bocca del pesce ci è difficile afferrarla, stentiamo ad immaginarci una storia che sembra uscita da un libro di fiabe. I commenti che si trovano su tale pericope sono tutti improntati a rapporti cristiano e stato, chiesa e società, pagare o meno le tasse non provocando scandalo, all’essere, insomma, buoni cristiani e bravi cittadini. Cose queste che hanno una loro bontà e che pur giuste, non mettono tuttavia in evidenza il fatto che Gesù qui sta nuovamente proclamando la sua divinità. Le applicazioni pratiche non dovrebbero mai far perdere di vista che i vangeli sono stati scritti non come una istruzione morale ma come un’opera catechetica atta a far comprendere il fondamento della fede, il quale risiede nella proclamazione del Cristo vero Figlio di Dio, uguale al Padre nella sostanza, e che è morto ed è risorto. Tale realtà, al tempo in cui l’evangelista scrive il testo, aveva trovato il suo compimento e la sua, pur breve tradizione, cercava di metterla in risalto. Allora, ciò che deve spiccare è il breve discorso di Gesù e non certo la conclusione, che pur avendo un suo valore didattico, non ha certamente la portata delle parole di Cristo, che si proclama Figlio di Dio e uguale al Padre.