Fonte dell’articolo silvestrini.org
Gesù si mostra alle donne che, ancora impaurite, provano una grande gioia. Ciò che si presenta loro ha dell’incredibile e per questo sono ancore stupefatte. Vi è però un loro gesto che dà valore a tutta la scena. Riconoscono Gesù e lo adorano. Riconoscere Gesù significa proprio riconoscerlo come nostro Signore, come il Figlio di Dio. Nel gesto di adorazione vi è fede, vi è riconoscenza e gioia. In questo passaggio che lega la gioia all’adorazione e alla preghiera si sviluppa un momento unico e sublime, irripetibile; poi corrono ad annunziare questa gioia: la gioia Pasquale. In questa gioia profonda troviamo il significato profondo della Pasqua. È una gioia che è intima, personale ed unica. Una gioia che si vive non in una chiassosità assordante ma nel calore degli affetti più puri. È una gioia che è piena perché è condivisa con altri; è unica ma non solitaria; è personale e comunitaria e rinsalda i vincoli umani. La Pasqua del Signore è evento unico storicamente ma nella Chiesa e nel Sacramento si ripresenta nella nostra vita. È una gioia solenne e quotidiana. Il momento che le donne stanno vivendo è vissuto intensamente perché si stanno inserendo in una dimensione diversa nella quale poter con fiducia porre tutti i loro sentimenti. Tutto si trasforma in novità di vita, della loro vita. La Pasqua per noi è novità da vivere in una gioia piena e calorosa. Portiamola al mondo.