Fonte dell’articolo silvestrini.org
Santa Metilde
Vergine (Memoria facoltativa)
BIOGRAFIA
Nata nel 1241 dai nobili di Hackeborn, fece con la madre una visita al monastero di Rodersdorf, diocesi di Halberstadt, dove Gertrude, sua sorella, era già monaca. La bimba settenne fu tanto attratta dal sacro ambiente che non volle allontanarsene e chiese di esservi ammessa. Le fu consentito. La spiritualità matildiana presenta in una fusione ardente e fantasiosa elementi di molteplice origine: come una novità nella storia della spiritualità, la “mistica di sposa” che prima di Matilde non si trova nei documenti del passato, ma che si ritroverà in seguito nelle esperienze e nelle “Vitae” di sante religiose fino a santa Teresa, anzi fino ai giorni nostri. Matilde morì nel 1299.
MARTIROLOGIO
Nel monastero di Helfta nella Sassonia in Germania, santa Mectilde, vergine, che fu donna di squisita dottrina e umiltà, illuminata dal dono divino della contemplazione mistica.
DAGLI SCRITTI…
Dalle “Rivelazioni” di santa Metilde di Helfta, vergine.
Metilde, mossa da compassione per una persona la quale, in una circostanza, non riusciva a mettersi d’accordo con la volontà del suo superiore, pregava il Signore di illuminarla con la sua grazia e di disporla a sottomettersi. A un tratto vide il Signore abbracciare col braccio destro quella persona, dicendo: “al momento in cui mi impegnò la sua volontà propria, rimettendola nelle mani dei suoi superiori, l’accolsi nelle mie braccia, né la mia destra mai l’abbandonerà, purché non ritorni volontariamente indietro e non si sottragga a me. Se lo facesse, non potrebbe più riprendere il suo posto senza essersi umiliata”. Da queste parole la Santa comprese che Dio, nel giorno della Professione, prende ogni religioso nel suo seno paterno e non lo rigetta più, a meno che, di proposito deliberato (Dio ce ne preservi!), esso manchi all’obbedienza quando il religioso si sottrae dalla mano di Dio diventa incapace di riafferrarla di nuovo, prima di essersi umilmente prostrato davanti a lui con una vera penitenza, una conveniente soddisfazione e la sincera promessa di obbedire volentieri per l’avvenire. Metilde vide il Signore seduto sul suo trono, con le braccia distese. Egli dice” va: ” Sulla croce, sono rimasto con le braccia distese fino alla morte; ora sto ancora con le braccia aperte davanti al Padre mio, per indicare che sono sempre pronto ad abbracciare chiunque venga a me. Chiunque vuole che ascolti ed esaudisca le sue preghiere, dev’essere pronto a ogni obbedienza, perché è impossibile che le preghiere dell’uomo obbediente non siano accolte dal Padre mio”. Questa vergine è l’obbedienza. Essa sola mi presenta da bere, perché l’obbedienza contiene in sé le ricchezze delle altre virtù, e il vero obbediente deve necessariamente possederle tutte. Innanzitutto la salute dell’anima, cioè l’assenza del peccato mortale. Poi l’umiltà, mentre si sottomette in tutto ai suoi superiori. Il vero obbediente possiede pure la santità e la castità, poiché conserva la purezza del corpo e del cuore.
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