Fonte dell’articolo silvestrini.org
Santa Chiara
Vergine (Memoria obbligatoria)
BIOGRAFIA
Nata ad Assisi nel 1194, all’età di diciotto anni fu irresistibilmente attratta dall’ideale di povertà cristiana predicato da san Francesco; fuggì di casa e ricevette il velo dallo stesso Francesco, che la fece ospitare presso le monache benedettine di San Paolo ed infine a San Damiano, dve fu fondato il primo convento dell’Ordine sotto la direzione di Chiara. Ella lo governò per quarant’anni e papi e vescovi si recarono a consultarla; in effetti il suo ruolo nella rapida diffusione del movimento fu tanto importante quanto quello dello stesso Francesco. Morì nel 1253 e fu canonizzata due anni dopo al morte.
MARTIROLOGIO
Memoria di santa Chiara, vergine, che, primo virgulto delle Povere Signore dell’Ordine dei Minori, seguì san Francesco,conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai, neppure nell’estrema indigenza e infermità, permise di essere separata.
DAGLI SCRITTI…
Dalla «Lettera alla beata Agnese di Praga» di santa Chiara, vergine
Rfletti sulla povertà, umiltà e carità di Cristo
Felice certamente chi può esser partecipe del sacro convito, in modo da aderire con tutti i sentimenti del cuore a Cristo, la cui bellezza ammirano senza sosta tutte le beate schiere dei cieli, la cui tenerezza commuove i cuori, la cui contemplazione reca conforto, la cui bontà sazia, la cui soavità ricrea, il cui ricordo illumina dolcemente, al cui profumo i morti riacquistano la vita e la cui beata visione renderà felici tutti i cittadini della celeste Gerusalemme. Poiché questa visione é splendore di gloria eterna, «riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia» (Sap 7, 26), guarda ogni giorno in questo specchio, o regina, sposa di Gesù Cristo. Contempla continuamente in esso il tuo volto, per adornarti così tutta interiormente ed esternamente, rivestirti e circondarti di abiti multicolori e ricamati, abbellirti di fiori e delle vesti di tutte le virtù, come si addice alla figlia e sposa castissima del sommo Re. In questo specchio rifulge la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità. Contempla lo specchio in ogni parte e vedrai tutto questo.
Osserva anzitutto l’inizio di questo specchio e vedrai la povertà di chi é posto in una mangiatoia ed avvolto in poveri panni. O meravigliosa umiltà, o stupenda povertà! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra é adagiato in un presepio! Al centro dello specchio noterai l’umiltà, la beata povertà e le innumerevoli fatiche e sofferenze che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio noterai l’umiltà, la beata povertà e le innumerevoli fatiche e sofferenze che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio potrai contemplare l’ineffabile carità per cui volle patire sull’albero della croce ed in esso morire con un genere di morte di tutti il più umiliante. Perciò lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva i passanti a considerare queste cose, dicendo: «Voi tutti che passate per la via, considerare e osservate se c’é un dolore simile al mio dolore!» (Lam 1, 12). Rispondiamo dunque a lui, che grida e si lamenta, con un’unica voce ed un solo animo: «Ben se ne ricorda e si accascia dentro di me la mia anima» (Lam 3, 20).
Così facendo ti accenderai di un amore sempre più forte, o regina del Re celeste. Contempla inoltre le sue ineffabili delizie, le ricchezze e gli eterni onori, sospira con ardente desiderio ed amore del cuore, ed esclama: «Attirami dietro a te, corriamo al profumo dei tuoi aromi» (Ct 1, 3 volg.), o Sposo celeste. Correrò, né verrò meno fino a che non mi abbia introdotto nella tua dimora, fino a che la tua sonistra non stia sotto il mio capo e la tua destra mi cinga teneramente con amore (cfr. Ct 2, 4. 6). Nella contemplazione di queste cose, ricordati di me, tua madre, sapendo che io ho scritto in modo indelebile il tuo ricordo sulle tavolette del mio cuore, ritenendoti fra tutte la più cara.(Ed. I. Omaechevarria, Escritos de Santa Clara, Madrid 1970, pp. 339-341)
Nota del messale
Chiara (Assisi, 1193/1194 – 11 agosto 1253), di famiglia nobile, all’età di diciotto anni seguì l’esempio di Francesco, con l’aiuto del quale diede vita, presso la chiesa di San Damiano fuori Assisi, a una comunità religiosa femminile che viveva gioiosamente in carità e povertà, spiritualmente unita ai Frati Minori. Esercitò il suo ufficio di guida delle sorelle con determinazione unita a grande umiltà. Visse i lunghi anni della malattia con fede profonda e intensa devozione eucaristica. Le pauperes sorores di San Damiano e altri monasteri vennero assumendo, nel tempo e con la guida dei pontefici, la forma di un ordine, che dal 1263 fu denominato, per volontà di papa Urbano IV, Ordine di santa Chiara (Clarisse).