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Beato Ugo degli Atti
Discepolo del Santo Padre Silvestro (Memoria silvestrina) – Patronato: Silvestrini e Sassoferrato
BIOGRAFIA
Nacque a Serra San Quirico, nelle Marche, dalla famiglia degli Atti nella prima metà del sec. XIII. Ebbe come fratello il beato Giuseppe, secondo Priore Generale dell’Ordine di S. Benedetto di Montefano. Dopo una breve esperienza di studio a Bologna, si ritirò nel monastero di S. Giovanni di Sassoferrato (AN), accolto dallo stesso S. Silvestro. In breve raggiunse la perfezione monastica. La sua virtù fu presto nota ai confratelli e alla popolazione, a favore della quale si dedicò alla predicazione e operò numerosi prodigi. Morì il 26 luglio intorno al 1270. Il suo corpo, sepolto nella chiesa del monastero di S. Giovanni Battista, riposa ora in quella di S. Maria del Piano in Sassoferrato. Nel 1756 Benedetto XIV ne approvò il culto, annoverandolo tra i beati della Chiesa. É patrono di Sassoferrato e di Serra San Quirico.
MARTIROLOGIO
A Serra San Quirico nelle Marche il beato Ugo degli Atti, discepolo di san Silvestro abate. Passò al Signore nel 1270 circa, dopo una vita dedita alle opere di misericordia e alla edificazione dei fedeli tramite il ministero della predicazione. Le sue sacre spoglie sono conservate nel-la chiesa di Santa Maria del Piano di Sassoferrato. È patrono di Sassoferrato, che ne celebra la festa il 26 luglio, giorno della morte. Nel 1756 il pontefice Benedetto XIV ne approvò il culto, annoverandolo fra i beati della Chiesa.
DAGLI SCRITTI…
Dalla “Vita del beato Ugo confessore”
Per poter raggiungere la vetta della perfezione per una via retta e con passo risoluto, il beato Ugo si affrettava a condurre a termine con grande cura e diligenza l’opera intrapresa, rafforzandosi sempre più nel santo proposito. Da ultimo prese a disprezzare con tutto il cuore le ricchezze del mondo, sapendo che se l’anima riesce a spogliarsi completamente di esse, può giungere più spedita a Dio, non più ostacolata da alcun legame terreno. Considerate dunque queste cose, il beatissimo Silvestro, fortemente ammirato, dapprima manifestò ad Ugo, che insistentemente chiedeva l’abito religioso, l’austerità della regola del nostro santo padre Benedetto e poi, dopo aver provato per un certo tempo la sua volontà per vedere se era da Dio, gli consegnò l’abito monastico.
Il beatissimo Ugo cominciò a dormire indossando cilici e vesti ruvidissime ed a pregare Dio onnipotente affinché lo confermasse nel suo proposito. In lui frequente era la lettura e ancor più la meditazione delle Scritture, continuo il canto dei salmi, assidua la pratica delle vigilie, dei digiuni e delle orazioni, di modo che il suo spirito così provato non ricercava più le cose terrene, ma contemplava solo le celesti; egli, inoltre, era sempre vigilante nell’osservanza dei comandamenti di Dio e della disciplina regolare.
Il santo uomo assecondava il comando dei più anziani con volto ilare e servizievole prontezza e si sottometteva senza difficoltà agli eguali e ai più giovani, e tanto grande era la perfezione delle sue virtù che non proferiva alcuna parola che potesse macchiare la sua vita, ma tutto ciò che diceva era rivolto alla lode di Dio e all’edificazione del prossimo. La fama di così grande virtù cominciò a divulgarsi tra vicini e lontani, diffondendosi dappertutto. Alcuni si recavano dal beato Ugo per accertare se corrispondesse a verità ciò che da molti veniva apertamente dichiarato; una volta comprovata tale verità, cresceva enormemente la loro devozione verso di lui.