Fonte dell’articolo silvestrini.org
Canta il salmista: “Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato e su di me non hai lasciato esultare i nemici. Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi, mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba”. Infatti prega chi prende sul serio che alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino ecco la gioia. C’è un cambiamento, dalla delusione alla gioia ed è opera di Dio. “Senza questa consapevolezza, che è contemplare con lo sguardo di Dio le vicende personali e quelle della storia, la lode non trova motivi per salire a Dio”. Dopo aver risposto alla domanda degli inviati del Battista, nel Vangelo di oggi, Gesù parla di Giovanni alle folle, facendone una descrizione attraverso il luogo dove vive e l’abito che indossa. E lo fa ripetendo per ben tre volte la domanda: «Chi siete andati a vedere nel deserto?». Giovanni abitava nel deserto e non aveva un vestito lussuoso, anzi tutt’altro. Infatti Matteo dice che aveva «un vestito di peli di cammello». Non poteva essere un abito di lusso, poiché era incompatibile con lo stile di vita nel deserto, e sarebbe stato inopportuno per uno che non voleva attirare l’attenzione su di sé, ma su Colui di cui era precursore. Giovanni era un uomo coerente, perché oltre alle parole insegnava con la vita. Spirava fiducia ecco perché la gente veniva a farsi battezzare. E una figura che ci può ancora illuminare nella missione della Chiesa, nel contesto attuale, in cui la gente ha più bisogno della testimonianza. Ormai le parole non bastano più, c’è più bisogno della testimonianza di vita. Don Primo Mazzolari diceva che «la vita di ognuno è un’attesa. Il presente non basta a nessuno. In un primo momento, pare che ci manchi qualcosa. Più tardi ci si accorge che ci manca Qualcuno. E lo attendiamo». Precursore di Gesù, Giovanni Battista, gli ha preparato la strada. La sua coerenza e radicalità di vita ci siano di stimolo in questo tempo di Avvento. Amen!