Fonte dell’articolo silvestrini.org
Il modo di essere giusti, o di ritenersi tali, come veniva praticato dagli scribi e dai farisei, vittime di un formalismo esteriore e sterile, non è più quello che Gesù richiede dai suoi. Egli è il perfezionatore della Legge antica e lo ha dimostrato con la proposta e l’adempimento del comandamento dell’amore. Il cristiano, quindi, non solo non si limita a un’osservanza esteriore e formale, ma, sentendosi sorretto dalla grazia divina riversata abbondantemente nei nostri cuori, cerca la perfezione in tutti i suoi comportamenti. I comandamenti dati a Mosè sul Sinai assumono una dimensione diversa sul Gòlgota. Colui che viene ucciso crudelmente e inchiodato a una croce, ora può dire al mondo che anche chi si rende responsabile di un gesto di ira o di un insulto nei confronti di un fratello sarà sottoposto a giudizio. Sono ancora gli effetti dell’amore a far dire a Gesù che, se stiamo per andare a portare la nostra offerta all’altare per vivere con lui un’esperienza di comunione, dobbiamo prima ristabilire la comunione anche con i nostri fratelli che ci hanno offeso o che sono stati offesi da noi. Chissà quante Messe dovrebbero essere interrotte per dare ai fedeli tempo e modo di realizzare questa riconciliazione! Cercheremo oggi di non solo non offendere nessuno ma essere anche coloro che uniscono ciò che magari s’era spezzato.