Fonte dell’articolo silvestrini.org
Dalla croce di Cristo alla nostra croce quotidiana.
Gesù indubbiamente esercitava un fascino irresistibile sui suoi discepoli. Non potevano non compiacersi della santità del loro Maestro. La sua dottrina suscitava ammirazione nelle folle che l’ascoltavano: «Egli parlava con autorità e non come i loro scribi»; accompagnava e confermava con segni e prodigi l’annuncio delle sue verità. Tutto lasciava presagire un futuro di gloria e un approdo trionfante. Possiamo perciò immaginare l’incredulità, lo sconforto, la profonda delusione degli apostoli quando, dopo aver sentito parlare del Regno, ora ascoltano dalle labbra del Signore un annuncio di una passione e di una morte crudele ed ingiusta. L’intervento maldestro di Pietro, da poco proclamato beato per la sua splendida professione di fede, questa volta gli merita un severo rimbrotto e addirittura l’appellativo di «satana». Mentre ha proclamato Gesù, «Figlio dei Dio vivente» perché il Padre gli lo ha rivelato, ora non pensa più «secondo Dio, ma secondo gli uomini». «Lo scandalo della croce» comincia a mietere le sue prime vittime! Del resto se gli apostoli non entrano con la forza della fede e l’illuminazione dello Spirito Santo, nel mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo, non potranno capire quello che Gesù sta per scandire loro come programma di vita: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Se Egli non ci avesse preceduto e non ci avesse insegnato il significato redentivo della croce, nessuno lo avrebbe seguito. Arriva invece a convincerci che: «Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà». L’esempio di Cristo, la luce dello Spirito Santo ci fanno vedere che ormai per sempre noi passiamo dalla morte alla vita, dal sepolcro alla risurrezione. È la vera intelligenza cristiana che ci rende capaci di operare una vera gerarchia di valori sia nel tempo che nell’eternità: «Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima?».