
Fonte dell’articolo silvestrini.org
Vi do un comandamento nuovo che vi amiate come io ho amato voi. ||| Dopo il discorso del Buon Pastore, oggi la liturgia ci propone altre letture che spiegano come seguire Gesù e come essere un unico gregge, la Chiesa. Il punto fondamentale della Chiesa è l’amore reciproco, come dice Gesù: «Da questo amore tutti sapranno che siete miei discepoli». La Chiesa è costituita dall’amore di Cristo e dall’amore reciproco che crea la comunità. Le piccole comunità cristiane fondate da Paolo e Barnaba durante i loro viaggi missionari, come quelle di Lìstra, Icònio e Antiòchia, sono il modello per le nostre comunità. Quelle comunità si distinguevano per l’amore reciproco, tanto che un autore pagano osservando i cristiani notava: “Guardate come si amano…”. Questo amore è il segno distintivo dei discepoli di Cristo. Nel Vangelo, dopo il Cenacolo, Gesù lascia ai suoi apostoli il testamento: «Se avrete amore reciproco…», e non dice che saranno riconosciuti discepoli per la povertà, l’obbedienza o per aver appreso la dottrina, ma per l’amore. Senza l’amore reciproco, tutte le altre virtù sono prive di significato. Cristo ci ha amato fino a dare la vita per noi, insegnandoci l’amore reciproco. San Gregorio Magno ci ricorda che tutte le virtù sgorgano dalla carità, che si manifesta nell’amare anche il nemico per amore di Dio. Dopo la Pentecoste, i discepoli fondano le prime comunità, e la Chiesa diventa un corpo unito dalla carità, fede e Cristo. Oggi, la carità è ciò che fa brillare il volto di Dio e della Chiesa, e senza di essa, come dice San Paolo, «siamo nulla». Il messaggio di oggi è chiaro: «Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». Parteciperemo all’Eucaristia, segno dell’amore e dell’unità con Cristo, e chiediamo a Lui di aiutarci a diventare un solo gregge che ascolta la Sua voce, rendendoci testimoni del Suo amore eterno.