Fonte dell’articolo silvestrini.org
Lo voglio, guarisci! ||| I miracoli di Gesù hanno sempre una loro caratteristica, un loro modo particolare di manifestarsi. Tutti indicano in Gesù un mistero più grande dell'intelletto umano. Ogni miracolo conduce allora proprio a Gesù, al Gesù che volge verso la Croce e la Resurrezione. In ogni miracolo abbiamo questa rappresentazione. Il miracolo di oggi manifesta il mistero di Cristo nella potenza della sua Parola: quello che Gesù vuole: è fatto. Il riserbo che chiede all'uomo guarito è in vista della Croce. Non è nella sua potenza miracolosa che Egli vuole manifestare la sua gloria completa. A questa comune base di tutti i miracoli di Cristo si aggiunge un'altra componente, non meno importante. Ogni miracolo ci insegna qualcosa di nuovo e di diverso. Oggi il miracolo è la guarigione di un uomo dalla lebbra. Modo in cui Gesù guarisce e la prescrizione di rivolgersi al sacerdote ci inducono ad una riflessione su un aspetto del male che ci può essere utile per la nostra vita. La lebbra è una malattia, tra le peggiori a livello personale e che ha anche un aspetto sociale che non può essere trascurato. La lebbra significa esclusione dalla civiltà, significa emarginazione, significa l'uomo che si esclude dal rapporto con gli altri. La guarigione dalla lebbra è allora la volontà di Gesù di eliminare tutte le barriere che possono impedire un giusto vivere dell'uomo nella società. La lebbra è il male che può diventare peccato; ma è quel male che isola ed emargina l'uomo; può nascere da pregiudizio, da ipocrisia, da timore verso l'altro. Il ruolo del sacerdote, invocato da Gesù in questo caso preciso, non è religioso; non è cioé il riconoscere una autorità superiore alla sua ma è prettamente sociale. È una constatazione giuridica di una guarigione che riabilita l'uomo. Il sacerdote, però può rappresentare la nostra coscienza di fronte ai pregiudizi, di fronte alle ipocrisie per una accettazione di chi ci sembra diverso. Il male può nascere dal nostro cuore; chiediamo allora a Gesù che li purifichi, perché possa donare anche a noi la purificazione, la guarigione.