Fonte dell’articolo silvestrini.org
Un vino nuovo in otri nuovi. ||| Nell'Ordine benedettino si ricordano oggi i due dei primi discepoli di San Benedetto: Santi Mauro e Placido. Il formulario nell'Ordine è proprio. Noi rimaniamo però nel giorno feriale. Così leggiamo nel vangelo di Gesù che nel rispondere a chi gli domanda perché i suoi discepoli non digiunano come i discepoli di Giovanni, usa l'immagine dello sposo. In poche battute, riportate dall'evangelista San Marco, il Signore tratteggia la sua missione terrena preannunciando in qualche modo, la sua Passione e Resurrezione. Per comprendere però in fondo la portata di questo primo annuncio, anche se velato, dobbiamo riferirci a come si propone Gesù. Ecco allora che prende consistenza la figura dello sposo con le immagini del vino e del vestito. In Gesù si realizza e si compie quella promessa che è simboleggiata dalla pienezza dei doni messianici e della proclamazione del suo essere divino. Ricordiamo che le stesse figure di sposo, otri e vino compaiono nell'episodio giovanneo dello sposalizio a Cana. Gesù, anche qui, si manifesta nel suo Mistero e in ciò deve essere letta anche la differenza di comportamento dei suoi discepoli con quelli di Giovanni. Dal comportamento dei discepoli si passa a considerare la diversità delle figure di Gesù e Giovanni: è questa l'esortazione iscritta nella sua risposta! Possiamo anche meglio comprendere allora, nel riferimento al vino nuovo, quelle immagini che sembrano paradossali usate dallo stesso Gesù. Il vino che spacca gli otri implica che, proprio per il compimento della sua missione, Gesù richiama ad un discepolato nuovo, sicuramente più esigente di quello di Giovanni, un discepolato, nel Suo nome, che è partecipazione al Mistero di Amore, molto più esigente della cintura di cuoio, dei vestiti di pelle di cammello e locuste come nutrimento.