Fonte dell’articolo silvestrini.org
Dal rapporto con il Padre nella preghiera deriva tutta la sua autorità. ||| «Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.», questo ritornello del salmo sarà quello di Gesù per tutta la sua vita. Egli sarà sempre un servo dell'ascolto del suo Padre. Egli sarà sempre in rapporto con il suo Padre nella preghiera. Egli sarà anche il servo della mediazione di tutto quello che ha ricevuto dal Padre. È dal Padre che riceve l'autorità di scacciare i demòni, di guarire, di predicare un messaggio che salva. In lui è donata la grazia ed è lui il servo che si offre nella totalità del suo sacrificio interiore di cui ci parla il salmo di oggi. Egli viene a fare la sua volontà per la quale siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del suo corpo (Eb 10, 7.9.10). La sua presenza in mezzo a noi ha come scopo santificare gli uomini, risanarli, liberarli… per creare un mondo nuovo, un mondo redento. Egli fa della volontà del Padre il suo cibo e agisce per liberare quelli che sono soggiogati dal maligno. Ieri abbiamo visto che lo spirito immondo aveva la parola, ma oggi i demòni non parlano più perché Gesù non li permette di parlare. Dove si ascolta, si predica, si nutre della parola di Dio, lì i demòni non hanno voce. Se custodiamo la sua parola in noi, ascolteremo solo la voce di Dio. Lasciamo che la voce di Dio faccia tacere quella del demònio affinché Dio possa parlarci. A questo punto è richiesto un atteggiamento orante come quello di Gesù che curava costantemente il rapporto col Padre nella preghiera. Egli era sempre in comunione col Padre. Proviamolo a fare anche noi.