
Fonte dell’articolo silvestrini.org
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. ||| Alle fantasticherie rabbiniche sul ritorno di Elia, Gesù contrappone la serietà e la drammaticità della vita del Battista, terminata nella decapitazione. In questa morte, Cristo già intravede la propria; il rifiuto del Precursore implicava il rifiuto del Messia. Nel preparare i suoi discepoli alla missione che li attende, Gesù li vuole convinti che egli è veramente il Messia che aspettavano: i profeti hanno parlato di lui e le sue opere attestano con estrema chiarezza; che proprio per questo verrà perseguitato dai capi del popolo, come furono perseguitati i suoi profeti: in particolare Elia e Giovanni il Battista. Non dovranno perciò scandalizzarsi quando queste cose avverranno. Il cristiano è un «testimone» di Cristo; è colui che lo rende vivo nel mondo di oggi, colui che legge i segni dei tempi. Nella prima lettura ci viene presentato Elia che dominò la scena del regno del nord nel sec. IX a.C. Divorato dallo zelo per il culto del vero Dio lottò contro il culto di Baal. Minacciò la siccità per tre anni e una fame rovinosa, come castigo dell’idolatria. È detto «profeta di fuoco», oltre che per il suo carattere, per il fulmine che fece cadere sul sacrificio al monte Carmelo. A fuoco del suo messaggio di salvezza si sono infiammati i martiri e i santi nel corso dei secoli, trovando nel vangelo la forza per andare incontro a ogni genere di sofferenze e anche alla morte. Il «fuoco» continua a divampare. Il salmo 79 è una lamentazione pubblica, contestualizzata nell’immagine della vigna, cara ai profeti e al vangelo. Con questo salmo vogliamo chiedere al Signore che visiti e difenda la nostra vigna e quanti vi lavorano. Questa vigna è la Chiesa di Gesù Cristo e noi siamo le sue membra.