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L'anima mia magnifica il Signore. ||| Solennità dell'Immacolata, colei che, anche se con timore, accetta il piano di Dio. Il brano di Luca indica, nell’annuncio dell’angelo a Maria, il compimento della promessa fatta da Dio a Davide; inoltre con il richiamo a Giacobbe si vuol vedere in Gesù la realizzazione di tutte le promesse. Anche questo testo ricorda che Gesù è nella linea davidica attraverso Giuseppe, mentre nel dialogo fra Maria e l’angelo si scopre il compimento; una vergine, rimanendo vergine, darà alla luce un figlio. Il realizzarsi in Gesù delle promesse è opera esclusiva di Dio e non dell’uomo, benché non avvenga senza il concorso umano rappresentato qui dall’accettazione di Maria. Nella seconda lettura riassume tutto ciò che il Padre ha fatto per noi mediante il Cristo e che si realizza nello Spirito del cristiano. Egli ci ha prescelti e predestinati fino dall’eternità alla figliolanza per la santità e l’amore; ci ha fatti partecipi della redenzione, della conoscenza e dell’eredità di figli; dichiara che questi valori sono di tutti, avendo tutti ricevuto quale pegno dell’eredità lo Spirito. Ora in Maria tutto ciò si realizza in modo unico. Nella prima lettura troviamo la convinzione d’Israele che la condizione umana fosse una partecipazione alla punizione meritata dalla prima trasgressione. La liturgia però non vuole oggi soffermarsi sul castigo, conseguenza del peccato, ma sulla promessa di salvezza. Così Maria appare accanto a Cristo, il nuovo Adamo, e perciò si presenta come colei che aiuta a riscoprire e a rispettare il posto della donna nella salvezza dell’umanità. Il salmo 97 è un inno di lode al Signore. Si direbbe che il salmista sia come sopraffatto dalla ressa dei sentimenti, e non riuscendo a dir tutto in una volta quel che vorrebbe, torni e ritorni sul medesimo tema. Il tema è quello del «Magnificat», così confacente all’odierna celebrazione.