Fonte dell’articolo silvestrini.org
«Coraggio, sono io, non abbiate paura». ||| La fede, quando è forte e ben alimentata, non tentenna neanche dinanzi alle prove più difficili. Prevale anche sulla ragione e sulla migliore logica umana. Per una comprensibilissima legge di gravità non è normale vedere una persona camminare sulle acque, come non è normale essere sballottati dalle onde con imminente pericolo di naufragio e vedere Gesù assente, apparentemente disinteressato o addirittura a consumare un plàcido sonno nella stiva della barca. Dove le speranze umane svaniscono e la ragione si arrende lì comincia la fede; un ambito che ci orienta verso la divinità e la sua onnipotenza. Trascende le leggi che Dio stesso ha posto come ordine e fondamento della creazione e emerge la bontà di Dio e le sue prodigiose teofanie. È calata la sera e Gesù e ancora immerso «lassù» sul monte, solo a pregare. Egli sa bene e probabilmente vede anche fisicamente che la barca è agitata dalle onde, ma Egli, nella sua divina sapienza, sa che tutto dovrà concorrere a dare una lezione sapienziale ai suoi. La sua divina presenza non è legata solo all'esserci fisicamente; Egli è sempre pronto ad intervenire, anche se per farlo dovrà camminare sulle acque. Ciò gli consentirà di scandire una grande verità: Colui che può camminare sulle acque sarà poi capace di ordinare ai venti e alle onde di calmarsi. Quando poi, prossimo ormai alla sua ascensione, dirà ai suoi «non vi lascio soli, sarò con voi sempre sino alla fine dei tempi» saranno già pronti a comprendere, come si potrà realizzare quella divina e consolante presenza. Già oggi hanno espresso un grande atto di fede nel loro maestro: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».