Fonte dell’articolo silvestrini.org
Dicono e non fanno. ||| Non esiste maestro peggiore di colui che insegna un comportamento con le parole e lo contraddice palesemente con le azioni. Gli esempi attraggono, le parole sono come pula che il vento disperde. L'incoerenza è sempre un grave peccato, ma quando questa è perpetrata da coloro che siedono sulle cattedre e si ergono a maestri di santità, questo diventa motivo di peggiore condanna, perché genera lo scandalo, specialmente nei più deboli. Oggi Gesù con parole dure stigmatizza il comportamento degli scribi e dei farisei, i suoi dichiarati e indomabili nemici. Gesù ci insegna come difenderci dai falsi maestri e dai falsi profeti: «Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno». Anzi pretendono ed esigono dagli altri ciò che loro si guardano bene dall'osservare: «Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito». A tale assurda severità aggiungono una ipocrita ostentazione di santità: «Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare «rabbì» dalla gente». È il regno della falsità e dell'ipocrisia. Il Signore rivolgendosi poi ai suoi raccomanda loro di non fregiarsi di titoli altisonanti e soprattutto di non arrogarsi prerogative che spettano solo alla infinita sapienza divina e che possono sgorgare soltanto dall'amore senza limiti dello stesso Signore. A conclusione del suo discorso Gesù ribadisce un concetto che gli è particolarmente caro e che vuole sempre sia praticato dai suoi discepoli: «Il più grande tra voi sia vostro servo». Applichiamolo anche nella nostra vita.