Fonte dell’articolo silvestrini.org
Sperare oltre ogni speranza. ||| La speranza è un sentimento umano che sgorga solo quando siamo animati da una fede in qualcuno o in qualcosa che supera le ordinarie possibilità. Ci fa vivere il futuro, carichi di attese. La speranza del povero lebbroso, prostrato ai piedi di Gesù, in atteggiamento di supplica, è davvero ben riposta. Non sappiamo se egli abbia udito dal Maestro la solenne affermazione con la quale si proclamava medico e portatore di misericordia: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti ma i peccatori», sicuramente però, in qualche modo, è sgorgata in lui la fede, la speranza e la certezza di potersi accostare a Gesù, senza incorrere in un rifiuto e in un allontanamento per la sua lebbra, malattia considerata da tutti immonda. Gesù infatti lo accoglie, lo tocca e lo guarisce. Ancora una volta intervengono le sua mani monde a curare l'umana miseria. Gli impone il silenzio, «Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte». Càpita di non poter tacere la gioia di una vita recuperata. È più che perdonabile la disobbedienza del lebbroso guarito: si sente rinato e deve dire a tutti chi è stato l'autore della sua prodigiosa rinascita. Dovremmo anche noi essere i cantori della bontà e della misericordia divina, ogni volta che siamo liberati dalla lebbra del nostro peccato. E certamente succede sempre dopo ogni nostra confessione ben fatta. Sarà il caso che ascoltiamo oggi queste parole?