Correzione fraterna… ||| In tanti modi si esprime la carità fraterna. Ci convince immediatamente di saperla praticare il dare qualcosa di nostro agli altri. Quando riempiamo o almeno non lasciamo vuota la mano che sùpplice, quando si muove verso di noi, quando ci priviamo con sacrificio di qualcosa che ci è caro per donarlo al nostro prossimo, diventiamo caritatevoli e adempiamo il precetto del Signore di amare il nostro prossimo come noi stessi. La correzione fraterna è sicuramente una forma di carità alquanto rara, proprio perché è particolarmente difficile praticarla. Richiede innanzitutto vero amore, squisita sensibilità, tatto e delicatezza. La prudenza e la buona psicologia ci debbono essere di aiuto per non commettere errori e per sortire gli effetti sperati. La prima condizione però è la preghiera intensa e reiterata, perché solo con la grazia divina riusciamo a raggiungere il cuore del nostro prossimo e guadagnarlo al bene e al Signore. L’umile invocazione dello Spirito ci consente di attingere la luce necessaria per formulare la nostra ammonizione nel modo migliore senza offendere, ma solo per guarire il fratello dal suo male. Talvolta, quando incontriamo resistenze e particolare durezza di cuore, dobbiamo coinvolgere altri fratelli in questa difficile opera: abbiamo bisogno della loro preghiera e della loro fattiva collaborazione. Per questo Gesù ci ricorda: «Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro». In casi particolarissimi e fortunatamente rari ai nostri giorni, deve essere inevitabilmente coinvolta la Chiesa gerarchica affinché intervenga con il peso della grazia e dell’autorità di cui gode. È importante tenere sempre presente che la correzione fraterna di cui parla il Signore e a cui Egli ci esorta deve essere sempre uno squisito atto di carità e di amore fraterno, mai un mero gesto di autorità e ancor meno solo di condanna.
Vi proponiamo di vivere una bella usanza: “adottiamo” un Santo che ci impegniamo a conoscere e pregare per tutto l’anno, un amico che ci accompagnerà personalmente, in modo semplice e concreto, nelle vicende della vita! […]
Preghiera per la pace in Medio Oriente Dio, onnipotente e misericordioso, Padre di tutti gli uomini e Signore della storia, Tu hai voluto riunire tutti i popoli nel Regno di giustizia e di pace […]
O San Giuseppe con te, per tua intercessione noi benediciamo il Signore. Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini per essere il casto sposo di Maria e il padre putativo di Gesù. Tu hai […]
La Parrocchia è tua, abbiamo bisogno di tante cose. Dobbiamo fare continue manutenzioni per preservare quello che già c'è. Un tuo piccolo contributo può essere molto importante per noi, aiutaci se puoi...Dio ti benedica!
Fonte dell’articolo Tv2000 Una striscia quotidiana che si rivolge ai bambini, per stare vicini anche a loro in questo tempo di emergenza, con le risposte che alle loro domande può offrire … Condividi:TwitterFacebookStampaPinterestTelegramWhatsAppE-mail Correlati Nella [...]
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Direttamente dall’archivio storico della Radio Vaticana, le pronunce dei papi del passato con puntate monografiche nei giorni festivi; “Briciole di Magistero” nei giorni feriali. Iscriviti alla nostra Newsletter per non perdere nessuno di questo intensi [...]
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Fonte dell’articolo Tv2000 Puntata dedicata al ruolo della donna nella Chiesa. Ospiti di Gennaro Ferrara: Marta Rodriguez, movimento Regnum Christi e responsabile della Sezione … Condividi:TwitterFacebookStampaPinterestTelegramWhatsAppE-mail Correlati Nella stessa categoria ti potrebbe interessare:"Caro Gesù", le [...]
Dal 18 ottobre è Superiore della comunità Passionista, vive a Bari e dal 1 novembre 2015 è Parroco della Parrocchia di San Gabriele dell'Addolorata in Bari.
1 Ts 4, 13-18; Sal.95; Lc 4, 16-30. ||| In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. […]
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