Fonte dell’articolo silvestrini.org
Il regno di Dio è già presente.
Ancora un pretesto per misconoscere la venuta del Messia. “Prima deve venire Elia, osservano gli scribi, fidandosi delle loro fasulle interpretazioni della scrittura. “Elia è già venuto” – dice Gesù. Quanto è difficile leggere e interpretare i segni di Dio! Quanto sono diversi dalle nostre aspettative! Chissà quale spettacolo si attendevano gli scribi; certo non potevano immaginare, con le loro frenesie di grandezza, che colui che era l’atteso delle genti, si manifestasse con tanta umiltà e tanta modèstia. Tanto meno potevano tollerare che la venuta del Messia, potesse significare lo sgretolamento del loro potere. Per questo, prima la voce di Giovanni Battista e poi quella dello stesso Cristo, saranno come una voce nel deserto. Li scandalizza l’austerità del precursore, ancor più li sconvolgerà l’annuncio messianico delle beatitudini e del perdono. Gli stessi apostoli non resistono alla tentazione di ritenere assurdo che il loro maestro e messia, capace di prodigi di ogni genere, dovesse soffrire a causa dei suoi avversari. Ancora oggi è incomprensibile a molti che l’avvento del Regno debba realizzarsi attraverso il martirio e la croce. Quell’evento è ancora motivo di scandalo, uno scandalo che trova le sue migliori giustificazioni proprio dinanzi agli eventi più tragici della storia, quando la violenza e la prepotenza degli uomini sembrano prendere il sopravvento sulla bontà e sulla pazienza di Dio. Allo scandalo della croce qualcuno oggi aggiunge lo scandalo del presepio! Ma proprio quella Croce, proprio quel Presepe recide, è fuoco, chiede la risposta, la nostra. Quando siamo Cristiani lo siamo sempre, in chiesa, per strada, sul treno e in scuola… con una sola vita, quella redenta da Cristo.