La preghiera è una lotta con Dio e va fatta con libertà e insistenza, come un dialogo sincero con un amico. Questa preghiera cambia il nostro cuore, perché ci fa conoscere meglio come Dio è realmente: è questo, in sintesi, quanto ha detto Papa Francesco.

La preghiera non è il ripetere testi a memoria ma un vero e proprio dialogo con Dio: dobbiamo rivolgerci al Signore come faremmo con un amico, in modo schietto, anche insistente “e anche rimproverando il Signore un po’” ha detto Papa Francesco nel corso della riflessione mattutina in Casa Santa Marta “‘Ma, tu mi hai promesso questo, e questo non l’hai fatto …’, così, come si parla con un amico“.  Ce ne parla Sergio Centofanti:

Il dialogo di Mosè con Dio sul Monte Sinai è stato al centro dell’omelia del Papa. Dio vuole punire il suo popolo perché si è fatto un idolo, il vitello d’oro. Mosè prega con forza il Signore perché ci ripensi: “questa preghiera – spiega Papa Francesco – è una vera lotta con Dio. Una lotta del capo del popolo per salvare il suo popolo, che è il popolo di Dio. E Mosè parla liberamente davanti al Signore e ci insegna come pregare, senza paura, liberamente, anche con insistenza. Mosè insiste. E’ coraggioso. La preghiera dev’essere” anche un “negoziare con Dio”, portando “argomentazioni”. Mosè alla fine convince Dio e la lettura dice che “il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo”. “Ma – si chiede il Papa – chi è cambiato, qui? Il Signore è cambiato? Io credo di no”:

“Quello che è cambiato, è Mosè, perché Mosè credeva che il Signore avrebbe fatto questo, credeva che il Signore avrebbe distrutto il popolo e lui cerca, nella sua memoria, come era stato buono il Signore con il suo popolo, come lo aveva tolto dalla schiavitù dell’Egitto e portato avanti con una promessa. E con queste argomentazioni, cerca di convincere Dio, ma in questo processo lui ritrova la memoria del suo popolo, e trova la misericordia di Dio. Questo Mosè, che aveva paura, paura che Dio facesse questa cosa, alla fine scende dal monte con una cosa grande nel cuore: il nostro Dio è misericordioso. Sa perdonare. Torna indietro sulle sue decisioni. E’ un Padre”.

Tutto questo – osserva Papa Francesco – Mosè lo sapeva, “ma lo sapeva più o meno oscuramente e nella preghiera lo ritrova. E’ questo che fa la preghiera in noi: ci cambia il cuore”:

sono-i-gesti-semplici“La preghiera ci cambia il cuore. Ci fa capire meglio come è il nostro Dio. Ma per questo è importante parlare con il Signore, non con parole vuote – Gesù dice: ‘Come fanno i pagani’. No, no: parlare con la realtà: ‘Ma, guarda, Signore, che ho questo problema, nella famiglia, con mio figlio, con questo, quell’altro … Cosa si può fare? Ma guarda, che tu non mi puoi lasciare così!’. Questa è la preghiera! Ma tanto tempo prende questa preghiera? Sì, prende tempo”.

E’ il tempo che ci vuole per conoscere meglio Dio, come si fa con un amico, perché Mosè – dice la Bibbia – pregava con il Signore come un amico parla ad un altro amico:

“La Bibbia dice che Mosè parlava al Signore faccia a faccia, come ad un amico. Così dev’essere la preghiera: libera, insistente, con argomentazioni. E anche rimproverando il Signore un po’: ‘Ma, tu mi hai promesso questo, e questo non l’hai fatto …’, così, come si parla con un amico. Aprire il cuore a questa preghiera. Mosè è sceso dal monte rinvigorito: ‘Ho conosciuto di più il Signore’, e con quella forza che gli aveva dato la preghiera, riprende il suo lavoro di condurre il popolo verso la Terra promessa. Perché la preghiera rinvigorisce: rinvigorisce. Il Signore a tutti noi ci dia la grazia, perché pregare è una grazia”.

“In ogni preghiera – ricorda ancora il Papa – c’è lo Spirito Santo”, “non si può pregare senza lo Spirito Santo. E’ Lui che prega in noi, è Lui che ci cambia il cuore, è Lui che ci insegna a dire a Dio ‘Padre’. Chiediamo allo Spirito Santo – ha concluso – che Lui ci insegni a pregare, sì, come ha pregato Mosè, a negoziare con Dio, con libertà di spirito, con coraggio. E lo Spirito Santo, che è sempre presente nella nostra preghiera, ci conduca per questa strada”.

     avemaria La preghiera, «come amava dire Padre Pio, è “la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio”».

Ma non deve essere egoista, «non è come prendere un’aspirina», non si prega solo «per stare bene» o per ottenere qualcosa di concreto.

Lo afferma Papa Francesco in piazza San Pietro all’udienza con i Gruppi di Preghiera di Padre Pio in occasione della traslazione del corpo del Santo di Pietrelcina per il Giubileo straordinario della misericordia.

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