
Grazie di cuore della vostra presenza e della vostra preghiera. Mi porto sempre nel cuore un’immagine ed un’icona: Davanti al Crocifisso d’una chiesa una Candela accesa se strugge da l’amore e da la fede. Je dà tutta la luce, tutto quanto er calore che possiede, senza abbadà se er foco la logora e la riduce a poco a poco.
Chi nun arde nun vive. Com’è bella la fiamma d’un amore che consuma,purché la fede resti sempre quella! Io guardo e penso. Trema la fiammella, la cera cola e lo stoppino fuma…
Ho scelto per quest’oggi – giorno del mio ingresso e della consegna – due testi della spiritualità dell’amore crocifisso, di un Dio che si abbassa, si umilia, si incarna e sul Calvario si consegna nelle braccia e nel cuore del Padre, perché la mia consacrazione e il mio sacerdozio continui ad essere un dono ed un continuo sì ad uscire verso le periferie e le necessità degli occhi e del cuore [siamo tutti malati di coccolite], nella ferialità e quotidianità della vita, nella disponibilità dell’ascolto.
Alla luce di quanto vissuto e prodigato in questi anni da chi mi ha preceduto [pp Pino, Carlo, Claudio, Mario, Maurizio Patrizio e altri…], anch’io voglio dire alla parrocchia che oggi mi viene consegnata: sono un “passante” che chiede di fare un po’ di strada insieme.
Non sono un Maestro, mi porto addosso, più o meno, i tuoi stessi abiti ferite e speranze, problemi non risolti e schegge di luce smarrimenti e grumi di felicità lacrime e voglia di ridere, senso di impotenza e desiderio di dare della mia povertà coscienza dolorosa dei miei limiti e sogni che mi tengono sveglio…e… voglio dire a me, a te e a ciascuno …ECCOMI – CI SONO, troverai troverete sempre una porta e un cuore aperti all’accoglienza e all’ascolto per vivere insieme la VITA, non una vita ideale e astratta, ma la vita così com’è: con i grovigli e i lampi di gioia le contraddizioni e i momenti di serenità le amarezze e le speranze le sofferenze e le sorprese le delusioni e i successi le miserie e la bellezza le turpitudini e la bontà, le stanchezze e gli slanci.
Insomma il meglio e il peggio e, soprattutto la normalità, il quotidiano. Quello che io chiamo il “miracolo ordinario”…Qualcuno diceva “Una vita non vale niente; ma niente vale una vita”
Esempio dell’ANELLO
Lasciamoci valutare da Lui che se ne intende: consegniamoci a quel cuore aperto e a quelle braccia spalancate permettiamo a Cristo di lasciare nel ns cuore una sorgente di vita: così anche noi, come la Samaritana, avremo il coraggio di abbandonare l’anfora delle nostre ripetitività e stanchezze di quella routine senza sapore e senza amore…per abbracciare lo straordinario che la vita può offrire.
Da parte mia, di p. Giuseppe -nuovo viceparroco – p. Patrizio e della comunità religiosa tutta…speriamo di non deludere le vostre attese e i vostri sogni, i vostri desideri e le vostre speranze la vostra fame di Dio: ci sforzeremo col vostro aiuto di essere pane spezzato e condiviso, luogo dell’accoglienza e del cammino insieme dove nessuno si senta escluso, dove ciascuno possa dire questa è la mia casa, questa è la mia vita, qui voglio sentirmi figlio e non ospite, qui voglio offrire il mio servizio e la mia quotidianità qui voglio farmi santo.
La parrocchia san Gabriele non è questo cemento armato, ma sono i vostri occhi, le vostre mani e il vostro cuore. Continuiamo a guardare oltre il piccolo orizzonte della nostra storia … riscopriamo la bellezza della fede che apre alla speranza di una storia più grande che Dio dispiega per noi.
Aiutiamoci a volerci bene.
Buon Cammino
Un cristiano prima di chiacchierare deve mordersi la lingua”. Lo ha affermato Papa Francesco all’udienza generale, dopo aver denunciato ancora una volta “il male che fanno alla Chiesa le chiacchiere. Voi non sapete – ha detto agli 80mila fedeli presenti – quanto le chiacchiere fanno male, quanto feriscono.
Meglio mordersi la lingua: quello – ha detto testualmente Bergoglio – ci fara’ bene: la lingua si gonfia e non si puo’ parlare, cosi’ non si possono fare chiacchiere”.