Liturgia della settimana :: Commento :: Venerdì 28 febbraio 2020

Contro di te ho peccato.

«Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati». Davvero dovrebbe essere questa quaresima il tempo per la madre Chiesa di dare un grido accorato, di alzare la voce senza pudore, senza un falso pietismo per far rinascere in tutti la coscienza del peccato. Senza questa consapevolezza non può esserci conversione, non può esserci perdono. Forse in questo sta il motivo perché l’Anno della misericordia non ha fatto fiorire un vero e ampio rinnovamento nella nostra Chiesa. La misericordia se si ignora o nasconde il peccato non ha motivo di esserci. Il vero digiuno che il Signore vuole: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo. Ecco dove conduce la vera riconciliazione con Dio: il suo amore diventa traboccante in noi, diventa misericordia verso il nostro prossimo. La luce della grazia sorgerà come l’aurora, le ferite si rimargineranno presto. Si incontreranno in un felice connubio la giustizia e la gloria del Signore. Lo Invocheremo imploreremo il suo aiuto ed egli ci dirà: “Eccomi!”». Ecco i presupposti per praticare il vero digiuno, ecco ancora perché non dobbiamo digiunare quando lo “sposo” è con noi, e ci guida e accompagna nel nostro cammino di conversione.

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Informazioni su Raffaele De Fulvio 11564 Articoli
Dal 18 ottobre è Superiore della comunità Passionista, vive a Bari e dal 1 novembre 2015 è Parroco della Parrocchia di San Gabriele dell'Addolorata in Bari.