Fonte dell’articolo Aleteia.org – Autore Vatican News
L’organizzazione Faith in Public Life dichiara di aver ricevuto milioni di dollari da Mackenzie Scott, ex moglie di Jeff Bezos
L’organizzazione Faith in Public Life ha confermato di aver ricevuto una donazione milionaria da Mackenzie Scott, attualmente la terza donna più ricca del mondo. Secondo l’agenzia CNA, l’ente in questione ha una posizione ideologica definita “progressista”, ed è apertamente critica nei confronti della Chiesa cattolica.
Strumentalizzazione della Santa Comunione
Un caso recente in cui Faith in Public Life ha dimostrato il suo atteggiamento di opposizione alla Chiesa è stato quello relativo ai dibattiti dell’episcopato statunitense sulle misure da prendere per quanto riguarda il fatto di dare o meno la Santa Comunione a personalità cattoliche che sostengono pubblicamente l’aborto. Il dibattito è particolarmente polemico, perché l’attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si dichiara cattolico ma allo stesso tempo promuove quella che viene eufemisticamente chiamata “interruzione di gravidanza”.
La dottrina della Chiesa cattolica è chiara ed enfatica al momento di affermare che chi sostiene apertamente l’aborto non può ricevere l’Eucaristia. Secondo il canone 1398 del Codice di Diritto Canonico, chi pratica o collabora attivamente alla realizzazione dell’aborto incorre nella scomunica automatica (latae sententiae). Coerentemente con questa norma, il canone 915 dà ai sacerdoti la prerogativa di negare la Comunione alle persone scomunicate o che optano per vivere in una situazione pubblicamente nota di peccato mortale.
Come rappresaglia nei confronti dei vescovi statunitensi che sostengono questa direttrice della dottrina, la Faith in Public Life ha promosso la campagna “Dì al tuo vescovo che l’Eucaristia non è un’arma”, come se fossero i vescovi che la difendono a snaturare l’Eucaristia.
Imposizione di impostazioni ideologiche
Un altro episodio che esplicita l’impostazione ideologica di Faith in Public Life è stata la decisione della Corte Suprema statunitense contro Philadelphia, che si è rifiutata di mantenere un contratto con un’organizzazione cattolica di adozione di bambini (la Catholic Social Services) perché l’ente lavora solo con coppie formate da un uomo e una donna. L’ente è stato tacciato di omofobia, ma la Corte Suprema ha riconosciuto che nessuno è obbligato a lavorare a favore dell’adozione di bambini da parte di persone omosessuali, a patto che non impedisca loro di farlo nel caso in cui la legislazione riconosca legalmente questo diritto civile.
La Faith in Public Life ha reagito alla decisione giudiziaria descrivendo l’episodio come “un promemoria degli innumerevoli modi in cui i LGBTQ, le persone di colore, le donne, le minoranze religiose e altri negli Stati Uniti subiscono discriminazione”.