
Gesù insegna con “autorità”.
Era molto intenso e fecondo l’apostolato di Gesù con i suoi discepoli. Egli svela in crescendo la sua natura divina, la sua missione, i suoi poteri. Contrariamente agli scribi, ai farisei e ai sacerdoti del tempo, le folle rimangono affascinate dai suoi insegnamenti: “Una dottrina nuova insegnata con autorità”, non come la insegnavano i loro scribi; e poi i suoi prodigi, il suo potere taumaturgico: “quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo”. Ricordiamo l’emorroissa! “Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse”. Gesù non vuole la testimonianza di Satana, nemico e mendace sin dal principio, gradisce invece quella che proviene dai cuori semplici della gente umile. Deve spesso sottrarsi alla calca della folla e rifugiarsi in luoghi solitari: “Egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero”. Ci suscita nostalgia e rammarico, dopo aver letto episodi evangelici come questo, vedere poi ai nostri giorni le chiese vuote e le Messe domenicali con pochi fedeli. C’è da chiedersi se la causa non sia la mancanza di “autorità” e santità da parte dei pastori di oggi. Chissà che Gesù non veda ancora la folla che vaga per le strade del mondo e si commuova per loro, vedendole come pecore senza pastore, e non si metta ad insegnare come ai suoi tempi. E non ci ripeta: “Abbiate fiducia, perché a suo tempo Egli vi manderà dei pastori a pascervi, secondo il Suo cuore”! «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».