Domenica 26 luglio 2020, XVII Settimana Tempo Ordinario

Fonte dell’articolo silvestrini.org

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San Benedetto qualifica il monaco come «cercatore di Dio». Quel «quaerere Deum» e metterlo al primo posto nella propria vita è l’ideale principale del monaco, un ideale condivisibile però da ogni cristiano. Come è condivisibile il motto benedettino: «Ora et labora»: «Preghiera e Lavoro». Siamo stati dotati di intelligenza, di volontà e di energie fisiche e spirituali per cui dobbiamo essere assidui, laboriosi e diligenti cercatori e operatori del bene. Tutta l’esistenza, tutta la storia della nostra umanità deve tendere indefessamente ad un approdo finale di benessere totale e definitivo. È il primo impegno, è il lavoro per eccellenza che Dio stesso ci ha commissionato, lavoro che è diventato tragitto, ritorno verso la meta. È quello che noi chiamiamo paradiso e che il Vangelo di oggi paragona ad una perla preziosa e ad un tesoro nascosto nel campo. Tutto si identifica con il bene supremo ed ultimo, con il Sommo Bene, con Dio stesso. Viviamo per trovarlo, servirlo, amarlo in questo mondo e poi possederlo per sempre nell’eternità. Stiamo parlando del fine ultimo della nostra vita, della salvezza eterna della nostra anima, dotata di immortalità. È importante prendere coscienza del fatto che tutto è legato al nostro vivere quotidiano, alla scelte anche semplici di ogni giorno, al saper vivere il tempo che ci è dato in vista dell’eternità. Occorre il grande dono della fede ed in particolare il dono della Sapienza divina che ci rende capaci di scegliere, di valutare, di ponderare i beni che ci necessitano per vivere e quelli che ci consentono di raggiungere la meta ultima. Siamo soggetti alla seduzione e all’inganno: accade ancora che ci prenda la tentazione di credere che possa esistere per noi un bene migliore di quello che il nostro Creatore e Signore ci offre per il presente e ancor più per il futuro. Le perle false sembra sìano più numerose di quelle vere e preziose. L’idea di poter scoprire tesori nascosti ha ammagliato schiere di illusi cercatori. Il Signore Gesù si propone a noi come Luce del mondo, come lampada ai nostri passi, come via sicura e come verità incontestabile, come maestro e guida. Affidandoci a Lui non perderemo mai di vista l’obiettivo primario ed unico della nostra esistenza, sicuramente meriteremo il titolo di cercatori di Dio e di conquistatori del Regno. Basti pensare che il contrario è il disorientamento e l’affannarsi inutilmente. Sursum corda allora. Cerchiamo i doni di Dio, quelle perle preziose… diventiamo noi quelle preziose e lasciamoci trovare…

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Informazioni su Raffaele De Fulvio 11919 Articoli
Dal 18 ottobre è Superiore della comunità Passionista, vive a Bari e dal 1 novembre 2015 è Parroco della Parrocchia di San Gabriele dell'Addolorata in Bari.