Ecco lo sposo, andategli incontro… E Caterina entrò… ||| Due sono le parabole che la Liturgia propone per la festa della Patrona d’Europa, santa Caterina. Una di queste è la parabola delle dieci vergini. In senso parabolico si riferisce alla seconda venuta di Cristo e descrive la situazione di coloro che vivono nella speranza l’attesa della sua venuta. Il regno dei cieli non è paragonato per sé alle dieci vergini, ma alla celebrazione solenne d’un banchetto nuziale, solennità che è messa in evidenza nell’ultimo momento. E’ un banchetto nel quale la fine delle singole invitate e il giudizio su di loro, hanno un ruolo decisivo. Lo sposo di solito è in ritardo – “non sapete né il giorno né l’ora” – e tutte le dieci damigelle finirono per addormentarsi. A mezzanotte si udì un grido: “Ecco lo sposo, andategli incontro”. Le vergini con l’olio si misero in corteo verso la casa dello sposo, e fu chiusa la porta. Esse poterono entrare a far festa con lo sposo, perché erano pronte personalmente. Le vergine stolte dovettero andare a comprare dell’olio – non erano preparate – e per loro non ci fu nulla da fare, rimasero escluse. Il ritardo, la mancanza di preparazione personale ne comportano l’esclusione definitiva dal regno. “In verità vi dico: non vi conosco”. La vergine saggia è invece santa Caterina, che fin dalla giovinezza è tutta intenta alle cose dello Spirito, perfino contro gli stessi suoi genitori. Gesù le apparve una volta, confitto sulla croce, grondante sangue. Per lei fu come un invito al mistico sposalizio con Cristo vittima. D’ora in avanti promise di dedicare la sua vita alla conversione dei peccatori. Presto, pur essendo analfabeta, cominciò a dettare le sue parole, dicendo: “Scrivo nel prezioso sangue di Cristo” e in questo sangue ossia nell’amore del Redentore, scriverà a privati, a prelati, a sovrani, al Papa. Riuscì perfino a riportare la sede del Papa “del dolce Cristo in terra” – così lo chiamava lei – a Roma da Avignone. Caterina ha perseguito sempre due ideali: la pacificazione della Patria e la purificazione della Chiesa, che chiamava “il grande ponte sul mondo”, il ponte cioè dal quale tutti potevano passare dalla terra al cielo. La sua vita fu sempre travagliata fino all’ultimo. Mori il 29 aprile 1380. Non aveva che trentatré anni: la stessa età del suo Sposo. “Ecco lo Sposo viene, andategli incontro”, ed ella entrò con lui nelle nozze eterne. Caterina visse con passione il Vangelo come discernimento per la sua vita, portando le stìmmate nel suo corpo, non visibili, segno e strumento della presenza del suo amato Gesù. […]