Fonte dell’articolo silvestrini.org
Fedeltà creativa. ||| Se il discorso sul perdono del vangelo di ieri, spinge a irrobustire la nostra fede e a viverla coerentemente, non meno esigente si mostra la richiesta di fedeltà di cui è portatore il vangelo odierno. L'episodio si inserisce all'interno di un'ennesima diatrìba tra Gesù e i farisei. Questi, da rigidi custodi della Legge sanno che c'è una norma, fatta risalire a Mosé, per cui è lecito ripudiare la propria moglie, ma Gesù vi si oppone decisamente, facendo prevalere i diritti-doveri della persona sulla Legge stessa. È la legge a servizio della persona e non questa sottomessa a quella. Nella prima lettura, nel libro di Giosuè, troviamo una grande liturgia commemorativa, probabilmente una celebrazione di rinnovamento dell'Alleanza, in cui Israele fa memoria, attraverso l'ascolto, delle grandi gesta compiute da Dio, in favore del suo popolo. L'ascolto e la Parola sono due dimensioni che troviamo in entrambe le letture di oggi. Se l'ascolto avviene come memoriale allora la Parola si attualizza: ciò che viene letto non è la storia di altre persone, ma è la mia storia, ne sono coinvolto personalmente. Così il vangelo ci indica che verso la Parola occorre una "fedeltà creativa": sappiamo quanto siano deleteri i fondamentalismi di ogni genere, specialmente dove hanno a che fare con il letteralismo. Preservare la lettera è certamente cosa buona, ma esserne ostinatamente vittime è distruttivo per sé e per gli altri. Non c'è bisogno di scandalizzarci per la rigidità dei farisei, pensiamo invece ai vari fondamentalismi, in campo religioso e non, anche nel seno del cattolicesimo stesso, che scorgiamo oggi in questo nostro mondo ed anche, perché no, dentro di noi!