Articolo proveniente da silvestrini.org
Il segno di Giona. ||| Quando la fede è debole o totalmente oscurata dal male, quando si sperimenta la cecità spirituale sorge la tentazione di chiedere e di credere e di sperare che un segno, un evento strepitoso possa far sorgere la fede. Gesù è il segno per eccellenza, la rivelazione del Volto di Dio; è sotto gli occhi dei suoi contemporanei; fa sentire loro la Parola di verità, egli incarna la Parola, è la Verità. Compie segni e prodigi; la risposta dei suoi contemporanei è il livore, la trama di morte contro Gesù. Perciò non può tacere la verità su coloro che per primi invece avrebbero dovuto riconoscerlo ed accoglierlo: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione». Il segno di Giona è il preannuncio della morte e risurrezione del Signore, l’essere calato nel ventre della terra, ma è anche il segno che evidenzia la malvagità di coloro che l’hanno rifiutato e condannato e che decreta la irreparabile condanna se non sopraggiunge una vera conversione. I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli e s’impegnano coralmente affinché Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!». Al pentimento sincero e alla conversione che Dio stesso suscita, lo sappiamo e lo sperimentiamo, segue sempre il perdono e l’assoluzione perché Il Signore è buono e grande nell'amore. È il segno indelebile della divina misericordia, è l’efficacia del segno della croce.