
Tu, Signore, sazi la fame di ogni vivente. ||| Era tale il fervore con cui molti, moltissimi seguivano Gesù che capitava di trovarsi per giorni lontano dai luoghi abitati e con l’urgenza della fame. Egli sente compassione di quella folla, che da tre giorni lo segue ed è senza nulla da mangiare. Dice: «Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano». Per di più si trovano in una zona deserta dove è impossibile trovare cibo per sfamare tanta gente. Gesù è ben consapevole che il nutrimento spirituale che ha sicuramente l’indiscusso primato, deve includere anche quello materiale: anch’egli, nella dura esperienza del deserto dopo quaranta giorni, ebbe fame. La fame anche quella del corpo deve essere sfamata. Gesù creando un vincolo significativo tra i due appetiti da nutrire, e coniugando i valori dello spirito e il sano soddisfacimento delle esigenze materiali, compie il miracolo, dando così completezza alla sua missione e coinvolgendo così tutto l’uomo. Con sette pani e pochi pesciolini benedetti e moltiplicati dalla sua potenza divina circa quattromila persone mangiarono e si saziarono: e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. E li congedò. Il nostro Dio non è soltanto il Dio della Parola, dei sacrosanti valori dello spirito, ma è anche il Dio provvido, il Dio che sazia la fame di ogni vivente. A noi chiede la doverosa solidarietà e la cristiana carità che fa sì che i beni, che vengono dalla sua mano, siano poi distribuiti a tutti.
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