2020-02-07 – Commento di Venerdì

La testa di Giovanni il Battista. ||| È una triste tristissima storia quella di Erode. Oggi lo definiremmo un feroce spietato sanguinario, autore di una strage di innocenti, convinto di coinvolgere in quel massacro lo stesso Gesù Bambino. Nel vangelo di oggi è in preda ai rimorsi per aver fatto arrestare Giovanni, e averlo messo in prigione. A causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. La fama di Gesù si diffonde rapidamente e un dubbio rode l’animo di Erode, egli temeva, e riteneva fosse Giovanni risuscitato. Lo aveva stimato e sapendolo giusto e santo, aveva vigilato su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Non altrettanto Erodiade: la perfidia della donna coglie al volo l’occasione per far tacere per sempre lo scomodo profeta. Approfitta di un’insane promessa data in un banchetto da Erode nell’ebbrezza, alla figlia che danza e piace, per vendicarsi. «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Il consiglio della madre: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista». E l’esecrando delitto avviene. Il Battista decapitato conclude la sua missione con il martirio: colui che aveva additato l’Agnello di Dio la sua immolazione con una eroica testimonianza lo precede. Proclamare testimoniare e difendere con estrema coerenza la verità spesso richiede eroismo e talvolta anche il martirio. I troppo benevoli compromessi offendono la verità e inducono alla dissacrazione e al sacrilegio.

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Informazioni su Raffaele De Fulvio 11570 Articoli
Dal 18 ottobre è Superiore della comunità Passionista, vive a Bari e dal 1 novembre 2015 è Parroco della Parrocchia di San Gabriele dell'Addolorata in Bari.