
Vangelo del giorno : 2018-05-01 – Santi di martedi’
San Giuseppe […]
San Giuseppe […]
Il Figlio del carpentiere. ||| Celebriamo la memoria di san Giuseppe di cui non sappiamo molto. Giuseppe, anche lui, come la Madonna Santissima, l’uomo di fede, di fede e di speranza. Anche lui ha creduto, ha creduto alla parola, senza pretendere di capire tutto, come Maria. Il vangelo ci presenta proprio questa famiglia, famiglia di Giuseppe, una famiglia semplice… eppure Gesù sa parlare bene… anche se non ha studiato nelle scuole di Gerusalemme stupisce per la sua saggezza. Oggi la nostra attenzione però viene spostata al lavoro. San Giuseppe lavoratore… La reazione della gente di Nàzaret, nel vangelo di oggi, a proposito della sapienza di Gesù fa pensare al capitolo del Siràcide, che contrappone il lavoro manuale e la legge. La gente del popolo (operai, contadini) dice il Siràcide, mette tutta la sua attenzione nelle cose materiali; lo scriba invece ha pensieri profondi, cerca le cose importanti e può essere consultato per il buon andamento della città. La gente di Nàzaret si domanda: «Da dove mai viene a costui questa sapienza». Non é il figlio del carpentiere, che non ha studiato e non può avere cultura? È chiaro: la sapienza di Gesù è sapienza divina ed egli ha assistito varie volte sul mistero di Dio che viene rivelato ai piccoli, ai semplici e nascosto ai sapienti ed ha criticato gli scribi che dicono e non fanno. D’altra parte il Vangelo insiste anche sulla parola: è necessario, dobbiamo, accogliere la parola di Dio! E soltanto se ci ispiriamo alla parola di Dio il nostro lavoro vale. Il nostro lavoro ha un valore costruttivo, creiamo il mondo con Dio. «Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre». Tutto quello che facciamo, tutti i lavori, lavori materiali, intellettuali, sia lo studio, sia la carità fraterna, lo facciamo per il Signore… Il Vangelo ci dice, che il nostro servizio deve essere sincero, umile, dobbiamo avere la disponibilità nella carità, tutto questo per essere uniti a Gesù, figlio del carpentiere, quel Figlio, che ha dichiarato di essere venuto a servire e non per essere servito. La vera dignità consiste proprio in questo, nel servizio dei fratelli, secondo le proprie capacità, in unione con Gesù, Figlio di Dio. Verifichiamo la nostra scala di valori, per renderla sempre più aderente ai pensieri di Dio. […]
Gn 1,26 – 2,3; Sal 89; Mt 13, 54-58. ||| In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. […]
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa. ||| Gesù è il nostro vero Maestro. La Bibbia contiene la sua Rivelazione, ed è completa. In essa leggiamo il suo vero insegnamento. Non c’è bisogno di aggiungervi nulla. Gesù, nel lasciare i suoi discepoli affida loro un testamento prezioso. I tempi suoi stanno completandosi; ormai si avvicina l’ora suprema; l’ora nella quale Egli darà la sua vita. È presene qui in questo brano il commiato con i suoi discepoli; è un momento doloroso e solenne. Egli sa perfettamente che loro non hanno ancora la forza di sopportare questi avvenimenti; Egli sa che le sue parole non sono comprese immediatamente. Sta chiedendo a loro una fedeltà che non è nelle loro capacità. È un discorso che chiede obbedienza ed amore. Gesù conosce benissimo la fragilità umana che tante volte non resiste alle diverse tentazioni. La sua missione di amore infinito sulla Croce sarà fonte di infinite grazie; è l’amore di Dio che ce le rende disponibili; lo Spirito Santo sarà capace, allora di trasformare il gruppo di apostoli in comunità salda e compatta. L’amore di Dio è amore trasformante. Lo Spirito Santo è Dio. Non è una entità non qualificabile ed indistinta. Non è uno spirito vago che aleggia nell’universo. È la Terza Persona della Trinità che opera costantemente. Opera di amore che insegna l’amore di Dio per noi. La nostra disponibilità e docilità all’opera dello Spirito significa rendere Gesù presente e vivo in mezzo a noi. […]
At 14, 5-18; Sal.113; Gv 14, 21-26. ||| In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». […]
Buongiorno Radio […]
Antifona d’Ingresso Cantate al Signore un canto nuovo,perché ha compiuto prodigi;a tutti i popoli ha rivelato la salvezza.Alleluia. Gloria Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.Noi ti […]
Santa Caterina da Siena […]
Chi rimane in me fa molto frutto… ||| L'invito di Gesù che leggiamo oggi nel vangelo è pressante; ci riguarda e ci impegna sùbito. Non possiamo nasconderci, il suo appello diventa impegno serio per la nostra vita. Gesù ha sempre questo scopo: scuoterci profondamente. Ha compiuto molti miracoli, nella sua vita terrena ha dato aiuto a molte persone, e già questo ci è di aiuto e di conforto. Il suo esempio diventa un modello; abbiamo concretamente l'esempio di cosa significhi credere in Lui; avere lo stesso suo atteggiamento di attenzione per chi soffre, di misericordia per chi sbaglia, di delicatezza per chi si trova in difficoltà. Gesù ha concretamente realizzato quello che ha sempre annunciato con la sua parola, che è Parola di vita eterna. Nei Vangeli, abbiamo già l'esempio di cosa significhi essere discepoli di Gesù. È vero, Egli non ha mai nascosto le difficoltà di questo impegno! Nella nostra vita, questo lo sperimentiamo ogni giorno. Nella sua Parola non abbiamo solo un esempio, però. Gesù ci fornisce anche gli strumenti per poter vivere concretamente questo annuncio di salvezza. Il frutto della vite è opera della forza della linfa che scorre nei suoi tralci. È questa la forza alla quale possiamo attingere per superare proprio questi momenti di difficoltà. Gesù stesso è la fonte per questa opera di conversione. Approfittiamone, subito. Non lasciamo marcire l'uva sui tralci; è questo l'invito vero di Gesù: non guardare alle nostre sole forze ma rivolgerci a Lui con fiducia e speranza. È il suo modo di insegnare! Sempre ci indica come realizzare quelle verità che ci insegna! Rimanere in Cristo significa proprio questo; rivolgersi a Lui per chiedere a Lui la forza e la grazia che nella nostra vita si compia quella promessa di amore che la sua Parola contiene. […]
Chi rimane in me fa molto frutto… ||| L'invito di Gesù che leggiamo oggi nel vangelo è pressante; ci riguarda e ci impegna sùbito. Non possiamo nasconderci, il suo appello diventa impegno serio per la nostra vita. Gesù ha sempre questo scopo: scuoterci profondamente. Ha compiuto molti miracoli, nella sua vita terrena ha dato aiuto a molte persone, e già questo ci è di aiuto e di conforto. Il suo esempio diventa un modello; abbiamo concretamente l'esempio di cosa significhi credere in Lui; avere lo stesso suo atteggiamento di attenzione per chi soffre, di misericordia per chi sbaglia, di delicatezza per chi si trova in difficoltà. Gesù ha concretamente realizzato quello che ha sempre annunciato con la sua parola, che è Parola di vita eterna. Nei Vangeli, abbiamo già l'esempio di cosa significhi essere discepoli di Gesù. È vero, Egli non ha mai nascosto le difficoltà di questo impegno! Nella nostra vita, questo lo sperimentiamo ogni giorno. Nella sua Parola non abbiamo solo un esempio, però. Gesù ci fornisce anche gli strumenti per poter vivere concretamente questo annuncio di salvezza. Il frutto della vite è opera della forza della linfa che scorre nei suoi tralci. È questa la forza alla quale possiamo attingere per superare proprio questi momenti di difficoltà. Gesù stesso è la fonte per questa opera di conversione. Approfittiamone, subito. Non lasciamo marcire l'uva sui tralci; è questo l'invito vero di Gesù: non guardare alle nostre sole forze ma rivolgerci a Lui con fiducia e speranza. È il suo modo di insegnare! Sempre ci indica come realizzare quelle verità che ci insegna! Rimanere in Cristo significa proprio questo; rivolgersi a Lui per chiedere a Lui la forza e la grazia che nella nostra vita si compia quella promessa di amore che la sua Parola contiene. […]
At 9, 26-31; Sal.21; 1 Gv 3, 18-24; Gv 15, 1-8. ||| In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». […]
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