Scrutare il piano di Dio. ||| La memoria dei genitori di Maria di Nazareth, che la liturgia di oggi ci propone, non è una pia devozione, ma, seguendo la stessa liturgia, è un modo per riflettere sulle radici della nostra salvezza. Essa, infatti, non è qualcosa che accade all’improvviso e senza nessuna preparazione, ma tutto avviene con gradualità. Scopriamo, quindi, che Dio ha educato il suo popolo ed ha chiamato persone (i re, i profeti, i sacerdoti) perché più da vicino collaborassero alla sua opera. Ha cercato gente semplice perché comprendesse appieno i suoi disegni, ha ordinato tutto secondo il bene e la realizzazione del suo progetto. Capire questo, vuol dire considerare i santi, come quelli proposti oggi, nell’ottica di Dio e non in una mera prospettiva umana: non sono solo intercessori ma persone concrete che hanno vissuto la loro storia personale e sociale leggendo tutto in una prospettiva di fede, nella speranza di vedere la salvezza. Ciascuno di noi è chiamato a collaborare al piano salvifico di Dio, a rispondere a quel che il Signore ha pensato per noi. Ad ognuno di noi il Creatore dona grazie necessarie alla piena collaborazione e realizzazione del suo piano. Se lo scopriamo possiamo essere certi che “non ci mancherà la sua grazia”.
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